Marzo è il mese dedicato a questa malattia.
E io, questa malattia, la conosco bene.
Ho l’endometriosi.
Ho affrontato 8 operazioni chirurgiche e diverse conseguenze gravi. Ma la malattia mi ha insegnato a convivere con il dolore, ad accettarlo, a moderare il ritmo della mia vita al suono del dolore.
E non è stato facile.
Ti scoppia dentro, ti butta a terra e ti lacera. Si prende una parte delle tue giornate e poi va via in attesa di tornare. Ti può togliere la possibilità di avere figli, di correre, di sentirti libera.
Ma nessuno vede la tua malattia.
Nessuno se ne accorge perché nulla si vede al di fuori. Accade tutto dentro, nel tuo ventre e ti distrugge e si espande.
Io, oggi, ho raggiunto un punto di equilibrio e di benessere ma ho dovuto rinunciare a molte cose e a molte occasioni che, come ogni donna, avrei avuto diritto di vivere. E invece no.
Marzo è il mese per ricordare che bisogna fare luce su questa malattia! Perché troppe donne soffrono in silenzio.
L’endometriosi è una malattia ancora poco conosciuta. Non se ne conoscono le cause e non c’è una cura.
Spesso non viene neanche correttamente diagnosticata.
Bisogna fare di più sull’endometriosi e per questo ringrazio il viceministro Pierpaolo Sileri con il quale abbiamo intrapreso un importante percorso per aiutare la ricerca e le donne ammalate di endometriosi.
Serve più ricerca, più assistenza e dobbiamo informare di più le giovani donne, le ragazzine magari partendo dalle #scuole.
Ogni malattia ti priva di qualcosa, questo è vero.
Ma qualcosa ti lascia se sai ascoltare.
A me l’endometriosi ha lasciato il dono di conoscere il profondo dolore fisico, quello che ti toglie il respiro e dopo quelle ore di dolore però, quando mi riprendevo, mi accorgevo di quanto fosse prezioso e importante il tempo in cui stavo bene!
E non l’ho più dimenticato. Il prezioso valore di quando stai bene.
Per questo sul mio volto troverete sempre un dannato sorriso! Mostra meno