Mi chiamo Allegra ed ho l’adenomiosi

Mi chiamo Allegra, ho avuto dolori molto forti fin dalla mia prima mestruazione comparsa all’età di 12 anni. Sebbene, per un periodo lunghissimo le diagnosi non abbiano evidenziato nessuna patologia, mi hanno imbottito per più di dieci anni di psicofarmaci non riscontrando a livello scientifico nessuna sintomatologia.
Ho subito un primo aborto spontaneo e altri due dopo aver seguito due percorsi di PMA (procreazione medicalmente assistita). Il terzo aborto avvenne mentre mi trovavo in una capitale straniera. Durante il ricovero dopo l’ecografia mi dissero che la gravidanza si era interrotta, e che era una cosa normale in quanto l’adenomiosi era abbastanza espansa e che la placenta non poteva attecchire all’utero a causa di questa patologia. Mi fecero un’intervista e da quel momento seppi finalmente di cosa soffrissi ossia, di una malattia poco conosciuta ma molto invalidante.
Ad oggi rispetto ad altre donne non sono madre, e la cosa che mi rende più triste e che non concepisco e di essere passata per tanti anni come una donna che soffriva semplicemente di forti dolori mestruali. Forse se avessi avuto una diagnosi precoce di questa patologia oggi sarei madre. Vorrei che altre donne/ragazze non dovessero passare per questo calvario che, non solo porta grossi ed invalidanti problemi a livello fisico ma, che altresì subentra da un punto di vista psicologico creando sia insicurezza personale sia a livello di coppia, invadendo in modo realmente invasivo nella sfera dell’intimo”.

 

Cos’è l’adenomiosi

L’ adenomiosi è una condizione estrogeno-sensibile che colpisce le donne in età fertile.
È dovuta alla presenza di endometrio (tessuto che ricopre la parte interna dell’utero) nella parte esterna dell’utero (miometrio), che è uno strato muscolare. Caratterizzata da un ispessimento della parete uterina che può essere localizzato e nodulare (adenomioma) oppure interessare ampie aree della parete uterina, spesso a livello posteriore, dando luogo all’adenomiosi diffusa.

 Nell’adenomiosi, il tessuto endometriale ectopico tende a indurre un aumento di volume diffuso dell’utero (allargamento globulare dell’utero). All’esame ginecologico, l’utero di una donna affetta da adenomiosi può raddoppiare o perfino triplicare in termini di dimensione; per questa ragione, il ventre viene percepito dalla donna più gonfio o più grosso.

L’adenomiosi sembra ridurre le probabilità di concepimento e aumentare quelle di aborto e recenti evidenze si stanno incentrando sull’associazione tra adenomiosi ed endometriosi. Entrambe si possono riscontrare in una paziente anche se non sono necessariamente correlate. Tuttavia, è importante notare che nelle situazioni in cui coesistono, la compromissione della fertilità e della capacità riproduttiva può essere maggiore.

Sintomi

Oggi una patologia di difficile diagnosi, alcune donne sono del tutto asintomatiche, mentre altre presentano sintomi invalidanti come:

  • cicli mestruali particolarmente dolorosi e molto debilitanti (dismenorrea)
  • mestruazioni abbondanti (ipermenorrea),
  •  mestruazioni più lunghe (menorragia),
  • senso di dolenzia nella regione pelvica 
  • sensazione  di pressione in corrispondenza del retto e della vescica
  • dolori ai rapporti sessuali (dispareunia).

Esami strumentali

L’ecografia transvaginale con valutazione doppler permette di diagnosticare la patologia; a supporto di tale tecnica, la paziente può essere sottoposta a risonanza magnetica oppure anche a isteroscopia diagnostica; strumenti di notevole aiuto nell’elaborare la diagnosi.

Il trattamento specifico a seconda dei casi: farmacologico o chirurgico 

La paziente viene sottoposta al trattamento farmacologico, a base di trattamenti ormonali come un dispositivo intrauterino a rilascio di levonorgestrel, possono aiutare a controllare la dismenorrea e il sanguinamento. 

In altri casi la donna è sottoposta ad interventi chirurgici conservativi: come la scissione dell’adenomiosi, efficace per la riduzione di dolori, può migliorare l’eventuale fertilità.

Ultima scelta per i casi più gravi si consiglia l’isterectomia (asportazione dell’utero).

Il miglior metodo di intervento è ancora da valutare.

Sonia Manente in collaborazione con Laura  Fonovich Udine oggi