Ciao a tutte,
sicuramente vi sarà capitato di vedere delle piante di fichi d’India che assomigliano molto ai nostri cactus che spesso teniamo nelle nostre case o nei nostri appartamenti. Queste piante grasse nel periodo estivo producono dei frutti di colore rosso, arancio o giallo pallido ed hanno una forma che va dall’ovale ad una forma più allungata.
L’esterno del frutto è ricoperto da spine che rendono la manipolazione e la sbucciatura complicata ma per fortuna arrivano nei mercati ortofrutticoli o al supermercato già privi delle spine più lunghe.
Il frutto è costituito da una polpa succosa molto ricca di acqua, zuccheri, vitamine e sostanze minerali e nella quale si trovano numerosi semi di consistenza coriacea.
Le proprietà dei fichi d’india sono innumerevoli: sono infatti ricchi di vitamine – soprattutto vitamina C – e minerali tra cui potassio e magnesio. Sono inoltre ricchi di fibre che aiutano le naturali contrazioni dell’intestino limitando quindi l’insorgenza di problema di stitichezza. Il consumo regolare porta a un miglioramento delle proprie funzioni intestinali.
Grazie alla grande presenza di fibre il loro consumo aumenta il senso di sazietà: sono quindi indicati come spuntino per chi è a dieta e vuole perdere i chili di troppo.
I fichi d’india sono ricchi di micronutrienti, un frutto di 100g di peso contiene ben 10 mg di vitamina C.
100g di frutto contengono inoltre 0,5 mg di vitamina B3, 0,04 mg di vitamina B2, 0,02 mg di vitamina B1, 200 mg di potassio, 30 mg di calcio, 25 mg di fosforo e 0,5 mg di ferro
Anche i cladodi, cioè le pale sono commestibili.
La preparazione parte dalla selezione delle pale più giovani e tenere: si eliminano le spine quindi si lavano con cura, si tagliano a pezzetti e si lasciano bollire per circa mezz’ora in acqua salata e aceto. Questo passaggio è fondamentale perché consente di eliminare la gelatina che le rende viscide.
Il frutto ha comunque delle controindicazioni, è bene tenerlo a mente.
È sconsigliato il consumo a chi soffre di diverticoli: i piccoli semi infatti possono andare a depositarsi nelle anse intestinali creando infiammazione e aggravando eventuali sintomi già presenti.
Non è quindi consigliato il consumo eccessivo di questi frutti.